venerdì 24 ottobre 2008

Nomina sunt consequentia rerum





Il caro papà Dante, riprendendo una glossa del Corpus iuris civilis di Giustiniano, ha scritto nella Vita Nuova (XIII.4):

"Nomina sunt consequentia rerum". 

6 commenti:

  1. sempre a dargli addosso... secondo me lo fa per permettere all'interlocutore di essere coerente: se uno lo chiama dittatore, che colloquio dovrebbe avere con lui?

    ....ora il problema è: ma silvio ha una vaga idea del significato della parola coerenza?

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  2. Domanda sbagliata Cecco.
    Quella giusta è: ma ci è o ci fa?
    E tremo sulle possibili risposte...

    Daniele_Sole

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  3. Minchiata* sunt servanda!

    *NB (plur. neutro).

    Il poeta latino, con questa famosissima poesia monoverso, voleva esprimere la necessità anche per il cazzarolo di attentersi alle assurdità che dice.
    Mi pare fosse Sylvio Ovidio Cazzone, nell' ars minchiandi.

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  4. stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus (la rosa esiste prima e a prescindere dal suo nome, noi abbiamo solo i nomi)

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  5. necessita di verificare:)

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