Gomorra: per chi l'ha visto e per chi deve andarci
Uscendo dal cinema avevo detto che dopo aver scritto del libro sull'Aperitivo Illustrato e della versione teatrale su 60019.it, avrei scritto qui qualcosa sul film.... invece ho trovato grazie al mio reader su i-google queste righe più che condivisibili... (versione originale su aimox on air)
Fuori dal cinema faccio una fila di venticinque minuti - prima volta in vita mia - per pagare il biglietto ed entrare a vedere “Gomorra” (regia di Matteo Garrone). All’inizio della coda la cassa del cinema nemmeno s’intravede. Ma non demordo, aspetto, compro e mi sistemo per forza di cose in seconda fila. Per fortuna la distanza dallo schermo è accettabile e il mio collo non ne risente.
Mi avevano detto che, finito il film, sarebbe calato il silenzio in sala e che, se fossi andato in compagnia, avrei dovuto avvertire la mia partner che il tragitto fino alla macchina sarebbe stato completamente muto. Non ci credevo, o almeno ero scettico, pur avendo letto il libro di Saviano.
Ora che sono più lucido ripenso alle sensazioni che ho provato, a quelle date dal film ma pure a quelle che mi ha fatto sentire il semplice andare al cinema. Inutile dire che la prima reazione è stata: ”ho visto cose vere”. Poi la seconda: “Può esserci un mondo così diverso a 600 chilometri da casa mia?” Mi vengono in mente immagini tratte dai telegiornali, sparatorie per la strada e rese dei conti, e mi accorgo che quella è solo una piccola, ristrettissima parte. Se le cose non ce le fanno vedere in tv, è come se non esistessero. In questo momento vengo mostrate, così come sono, in sale superaffollate di persone che vogliono sapere. Arriveranno anche sul piccolo schermo?
Fuori dal cinema faccio una fila di venticinque minuti - prima volta in vita mia - per pagare il biglietto ed entrare a vedere “Gomorra” (regia di Matteo Garrone). All’inizio della coda la cassa del cinema nemmeno s’intravede. Ma non demordo, aspetto, compro e mi sistemo per forza di cose in seconda fila. Per fortuna la distanza dallo schermo è accettabile e il mio collo non ne risente.
Mi avevano detto che, finito il film, sarebbe calato il silenzio in sala e che, se fossi andato in compagnia, avrei dovuto avvertire la mia partner che il tragitto fino alla macchina sarebbe stato completamente muto. Non ci credevo, o almeno ero scettico, pur avendo letto il libro di Saviano.
Ora che sono più lucido ripenso alle sensazioni che ho provato, a quelle date dal film ma pure a quelle che mi ha fatto sentire il semplice andare al cinema. Inutile dire che la prima reazione è stata: ”ho visto cose vere”. Poi la seconda: “Può esserci un mondo così diverso a 600 chilometri da casa mia?” Mi vengono in mente immagini tratte dai telegiornali, sparatorie per la strada e rese dei conti, e mi accorgo che quella è solo una piccola, ristrettissima parte. Se le cose non ce le fanno vedere in tv, è come se non esistessero. In questo momento vengo mostrate, così come sono, in sale superaffollate di persone che vogliono sapere. Arriveranno anche sul piccolo schermo?
3 commenti:
Nei cinema di Senigallia la fila di 25 minuti alla cassa c'è solo per i film spazzatura di Natale! Poveri noi!
Io ho letto il libro...........sono un intellettuale.......
In Francia i film del festival di Cannes escono in autunno!!!! Anche il film che ha vinto!!! A volte proprio non li capisco sti francesi
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